Quando un bambino si siede a tavola, trova già il suo posto apparecchiato. Sulla tavola le posate, il tovagliolo, il bicchiere e un piatto con una pietanza, fumante o fresca, a seconda della stagione che l’aspetta.
Lui non deve far altro che sedersi, dopo aver lavato le mani e mettersi a mangiare, con i tempi propri di un bambino, magari senza farsi troppo pregare.
Se poi lo stesso bambino guarda spesso la televisione, probabilmente ha avuto modo di vedere quanto sembra facile cucinare.
Secondo la pubblicità, infatti, basta aprire una busta con sopra fotografie di prelibate pietanze fumanti e versare il contenuto in una padella da mettere sul fornello acceso, solo per pochi minuti.
Peccato però che la sua mamma quella pietanza che ora lui si rifiuta di assaggiare, l’ha preparata tutta da sola, senza acquistare nessuna busta preconfezionata e ha impiegato diverse ore per nutrirlo con alimenti naturali, che lo aiutano a crescere lontano dalle lusinghe di un mondo sempre più pre-confezionato.
Quel bambino si dovrebbe educare a riconoscere la differenza che passa tra le cose costruite con la fatica e quelle già belle e pronte e forse smetterebbe di fare stupidi capricci.
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