domenica 18 settembre 2011

L'ALBERGO DELLE PAROLE - STORIE DI PAROLE


Esiste un luogo in cui le parole di una lingua sono contenute: il vocabolario, detto anche la casa dei vocaboli, o meglio l’albergo delle parole.
In esso però non trovano ospitalità tutte le parole, ma solo una parte.
Anch’esse devono pagare un affitto per poter essere ospitate, un po’ come le persone.
L’affitto che pagano consiste nel fatto che vengono utilizzate dalle persone quando parlano o scrivono.

Se una parola non viene più utilizzata allora viene sfrattata e nel vocabolario il suo posto viene occupato da altre nuove : i cosiddetti neologismi.

quelle che non vengono utilizzate si definiscono desuete e il loro utilizzo è limitato a persone cultrici della Lingua che amano dirle perché esse appartengono al loro patrimonio culturale.

Nel vocabolario ogni parola che viene ospitata ha un suo spazio fatto di parole che le descrivono, ampio quanto è necessario per accogliere tutti i suoi significati e le accezioni che è in grado di esprimere.

Nell’Albergo delle parole queste non sono libere di restare quanto pare loro, ma sono soggette a ciò che decide il direttore: chi diviene desueta per lo scarso utilizzo viene messa fuori della porta con tutti i suoi bagagli, senza che possa far niente per continuare a restare, nemmeno se si mette a piangere o batte le sue letterine per terra, come fanno a volte i bambini quando vogliono essere ascoltati se nessuno presta loro attenzione.
Le parole che non vengono più dette o scritte non possono protestare perché non hanno più voce in capitolo.

Se i bambini di oggi volessero, potrebbero riuscire a non farne cacciare tante dal loro albergo. Basterebbe che imparassero a dirne e a scriverne tante e tutte diverse, invece di usarne sempre poche e le stesse come fanno i loro genitori che non si sforzano nel parlare o nello scrivere per non voler affaticare la mente nel cercarle e la lingua nel dirle.

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